CINEMA TEATRO FILO



MER 12 GEN - ORE 18.00 E 21.00
DOM 16 GEN - ORE 21.00
VAMPYR
Regia di Carl Theodor Dreyer.
Un film con Sybille Schmitz, Julian West, Henriette Gérard, Rena Mandel.
Drammatico - Francia, 1932, durata 75 minuti.

Scansione 4K degli elementi di conservazione creati in occasione del restauro realizzato nel 1998 da Deutsche Kinemathek e Cineteca di Bologna in collaborazione con ZDF/ ARTE e Det Danske Filminstitut.

La partitura, composta da Wolfgang Zeller, è stata ricostruita da Timothy Brock a partire dai manoscritti originali. La colonna sonora è stata lavorata per ottenere una separazione tra dialoghi e musica e consentire l’accompagnamento orchestrale.

Uno dei grandi film della storia del cinema, una delle avventure più enigmatiche e coinvolgenti che gli occhi degli spettatori abbiano mai incontrato, e uno dei restauri più preziosi realizzati dalla Cineteca di Bologna. Realizzato da Dreyer nel 1931, all’indomani del capolavoro La passione di Giovanna d’Arco e dell’avvento del sonoro, liberamente ispirato ad alcuni racconti di Sheridan Le Fanu, Vampyr è un film horror, un film fantastico, un film di nebbie, di luminescenze, di poche parole, di terrificanti rumori. “E quando fu sul ponte, gli vennero incontro i fantasmi”: da qui parte la strana avventura del giovane David, che solo in un paese straniero (forse un sogno, forse il suo inconscio), immerso in un eterno crepuscolo, dovrà affrontare segnali malefici, ombre ambigue, misteriose morti, indecifrabili personaggi per trionfare sull’occulto, invisibile vampiro e poter tornare alla luce e all’amore.


Girato agli albori dell’epoca sonora tra il 1930 e il 1931, il capolavoro horror firmato da Carl Th. 
Dreyer costruisce la sua tensione narrativa sulle note della colonna sonora composta da Wolfgang
Zeller che avvolge i pochi momenti parlati del film. Una musica che mai abbiamo ascoltato come
finalmente possiamo ora, grazie alla nuova incisione della partitura eseguita dall’Orchestra del
Teatro Comunale di Bologna diretta da Timothy Brock, ora aggiunta al restauro delle immagini
realizzato da Deutsche Kinemathek e Cineteca di Bologna.

Dopo l’anteprima di luglio al festival Il Cinema Ritrovato, occasione in cui la partitura è stata
eseguita dal vivo in Piazza Maggiore a Bologna, Vampyr raggiungerà tutto il
territorio italiano, grazie al progetto della Cineteca di Bologna Il Cinema Ritrovato. Al cinema, per
la distribuzione dei classici restaurati.


“Immaginiamo di essere seduti in una stanza. Improvvisamente, ci viene detto che dietro la porta
c’è un cadavere”. Parte da questo assunto Carl Th. Dreyer: “Di colpo la stanza in cui ci troviamo
ci appare completamente diversa, tutto in essa ha assunto un altro aspetto; la luce, l’atmosfera sono
cambiate, per quanto siano fisicamente identiche a prima. Questo perché noi siamo cambiati, e gli
oggetti sono cosi come noi li percepiamo. Questo e l’effetto che voglio ottenere nel mio film. Con
Vampyr, volevo creare sullo schermo un sogno in stato di veglia, e mostrare che l’orrore non risiede
nelle cose intorno a noi ma nel nostro subconscio. Se un evento qualsiasi provoca in noi uno stato di
sovreccitazione, non c’è più alcun limite alle creazioni della nostra immaginazione, né alle

Vampyr fu realizzato da Carl Theodor Dreyer nel 1930/31 in tre versioni originali, parlate in
tedesco, francese e inglese. I negativi immagine e suono sono andati perduti. Grazie alle copie
incomplete della versione tedesca e francese è stato possibile stabilire una nuova edizione della
versione tedesca. Dreyer girò Vampyr come un film muto, per poi procedere ad una
postsincronizzazione al fine di produrre tre versioni diverse: francese, tedesca e inglese. Il lavoro di
postsincronizzazione fu realizzato utilizzando lo stesso negativo immagine, con l’eccezione di
poche inquadrature nelle quali gli attori recitavano nelle diverse lingue. A complicare la
postproduzione del film, intervenne la censura tedesca, che richiese il taglio di circa 55 metri e
che indubbiamente obbligò Dreyer a rimontare immagini e suono. Del film sono giunte a noi molte
copie della versione tedesca e di quella francese, ognuna a suo modo incompleta e danneggiata;
inoltre, molte copie sono state sottotitolate (e gli inserti sostituiti) per produrre ulteriori versioni.
Il restauro del film si è basato su tutte le copie d’epoca esistenti, al fine di restituire la migliore
qualità e completezza possibile. Le scene censurate nella versione tedesca sono state fortunatamente
ritrovate nelle copie della versione francese. 


La mitologia vampiresca quasi non esiste nella cultura popolare, al tempo in cui Vampyr viene
girato. “Un film diverso da ogni altro”, Vampyr viene realizzato in un momento preciso, tra la fine
del 1930 e l’inizio del 1931, e mostrato al pubblico nove mesi più tardi. È uno dei film d’arte
indipendenti dell’epoca, come Le Sang d’un poète di Cocteau e L’Âge d’or di Buñuel, e vede la
luce grazie al patrocinio artistico concesso dal barone di Gunzburg [ovvero Julian West, nome
d’arte con il quale interpreterà il ruolo del protagonista David Gray] alla compagnia che Dreyer ha
fondato, dopo la difficile esperienza di La passione di Giovanna D’Arco. Dev’essere un film poco
costoso, dunque non viene costruito nessun set, tutto e girato on location vicino a Parigi, a Senlis e
Montargis: una vera locanda, una fabbrica del ghiaccio abbandonata, un castello in rovina, tutto
abbastanza vero da poter diventare base dell’assoluta irrealtà, determinando uno stile che anch’esso,
in quanto tale, è in parte frutto del caso.

Vampyr fu da subito un film strano anche secondo gli standard europei, e ancor più strano
rispetto a ciò che stava prendendo forma a Hollywood in quegli stessi anni, e che avrebbe
assunto il nome di genere “horror”. Se Vampyr ebbe mai una qualche potenzialità commerciale,
questa era ormai andata perduta al momento della sua première: nei mesi in cui la sua distribuzione
veniva ritardata, uscirono sia il Dracula di Tod Browning sia il Frankenstein di James Whale,
diventando all’istante leggende commerciali.


Vampyr perse cosi quel che avrebbe potuto essere uno status di film pioniere – o punta di diamante
di un genere cui comunque non apparteneva – e scivolò in un anonimato che, perversamente,
sembro essere da allora in poi il suo proprio modo di esistenza.
(Peter von Bagh) 


(fonte - https://www.mymovies.it)