CINEMA TEATRO FILO



 



GIO 24 OTT - ORE 21.00
VEN 25 OTT - ORE 21.00
SAB 26 OTT - ORE 21.00
DOM 27 OTT - ORE 16.00 / 21.00


BIGLIETTI
INTERO 8,00 - OVER65 7,00 - STUDENTI 6,50
  SOLO PER SOCI ANTANI  
  DOM 27 OTT - ORE 21.00 - 5 EURO  

THE APPRENTICE
ALLE ORIGINI DI TRUMP
Regia di Ali Abbasi.
Un film con Sebastian Stan, Jeremy Strong, Maria Bakalova, Martin Donovan, Emily Mitchell (II).
Genere Biografico - USA, Danimarca, Irlanda, Canada, 2024, durata 120 minuti.

Donald Trump non ha ancora trent'anni ma è già divorato dal desiderio bruciante di diventare il re dell'immobiliare nella Grande Mela. In un club esclusivo, dove è riuscito ad infilarsi per conoscere gli uomini più in vista della città e cercare di capire come sono diventati miliardari, viene preso d'occhio da Roy Cohn, uno squalo di avvocato celebre per aver mandato alla sedia elettrica i Rosenberg ed essere stato uno dei fautori del maccartismo. Cohn vede nel giovane Trump un suo alter ego ancora da sviluppare, e Trump farà presso l'avvocato quell'apprendistato nell'"arte di fare affari" (che diventerà il titolo dell'autobiografia del 45esimo presidente degli Stati Uniti) basato su alcune regole fondamentali: attaccare sempre, negare tutto, e non ammettere mai una sconfitta. Col tempo il rapporto fra i due si ribalterà e l'allievo supererà il (cattivo) maestro in cinismo e mancanza di scrupoli. 


The Apprentice prende il nome dal titolo del reality show che vedeva Trump (e in Italia Flavio Briatore) selezionare i futuri top manager.

(fonte - https://www.mymovies.it)









SPETTACOLO UNICO
SAB 2 NOV - ORE 18.30

BIGLIETTI
INTERO 8,00 - OVER65 7,00 - STUDENTI 6,50


CARRIE - LO SGUARDO DI SATANA
Regia di Brian De Palma.
Un film con Amy Irving, Sissy Spacek, Piper Laurie, John Travolta, William Katt.
Drammatico - USA, 1976, durata 97 minuti.

LINGUA ORIGINALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO

Carrie White è un'adolescente sola ed insicura, costantemente sbeffeggiata dai suoi compagni di classe ed oppressa dalla madre, una fanatica religiosa ossessionata dal peccato. Un giorno, nello spogliatoio della palestra, Carrie ha le sue prime mestruazioni e ne rimane traumatizzata; le altre ragazze la deridono senza pietà, ed organizzano contro di lei un terribile scherzo per il ballo di fine anno... 


Tratto dal romanzo d'esordio del celebre scrittore Stephen King, Carrie - Lo sguardo di Satana costituisce una delle pellicole in assoluto più famose e significative all'interno del genere horror.

(fonte - https://www.mymovies.it)










MER 6 NOV - ORE 21.00
SAB 9 NOV - ORE 18.30

BIGLIETTI
INTERO 8,00 - OVER65 7,00 - STUDENTI 6,50
  SOCI ANTANI 5 EURO  

PARIS, TEXAS
Regia di Wim Wenders.
Un film con Harry Dean Stanton, Hunter Carson, Justin Hogg, Nastassja Kinski, Dean Stockwell.
Drammatico - USA, 1984, durata 150 minuti
.

PALMA D'ORO AL MIGLIOR FILM - FESTIVAL DI CANNES 1984
PREMIO SPECIALE - DAVID DI DONATELLO 1985

Scritto assieme a Sam Shepard, interpretato da Harry Dean Stanton e Nastassja Kinski, con le leggendarie musiche di Ry Cooder, Paris, Texas è, secondo Emmanuel Carrère, “il film più calmo, più sobrio che Wenders abbia mai diretto”. Sicuramente è l’opera che ha definitivamente consacrato il regista tedesco tra i grandi autori del cinema mondiale. Ultimo film del periodo americano di Wenders, Paris, Texas è un road movie libero, tenero e disperato, un omaggio ai luoghi del western, una rilettura umanissima dei generi hollywoodiani.
Un padre che invecchia sotto il cappello da baseball e un figlio bambino attraversano il Texas su un pick-up, in cerca d’una moglie e mamma perduta anni prima. Parlano di teoria del Big Bang e del perché lei se ne sia andata. L’uomo, che aveva chiuso nel silenzio colpe e sconfitte, riscopre la parola e il senso delle relazioni umane..


Presentato in anteprima all’ultimo Festival di Cannes e al festival Il Cinema Ritrovato di Bologna, il restauro in 4K di Paris, Texas è stato realizzato nel 2024: il negativo originale in 35 mm è stato scansionato in 4K presso L’Immagine Ritrovata a Bologna, con il sostegno finanziario del CNC; il restauro e la color correction hanno avuto luogo presso Basis Berlin Postproduktion, con il sostegno di Chanel e del German Film Heritage Funding Program (FFE).

(fonte - https://www.mymovies.it)









SPETTACOLO UNICO
SAB 26 OTT - ORE 18.30

BIGLIETTI
INTERO 8,00 - OVER65 7,00 - STUDENTI 6,50


IL MAESTRO CHE PROMISE IL MARE
Regia di Patricia Font.
Un film con Enric Auquer, Laia Costa, Luisa Gavasa, Ramón Agirre, Milo Taboada.
Biografico - Spagna, 2023, durata 105 minuti
.

FILM IN LINGUA ORIGINALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO

Antoni Benaiges è un maestro delle scuole elementari di origini catalane a cui viene assegnata una pluriclasse a Bañuelos de Bureba (Burgos). I suoi metodi di insegnamento innovativi e il fatto di non nascondere il proprio ateismo gli alienano le simpatie del parroco e del sindaco ma non quelle degli alunni che lo sentono vicino alle loro speranze e ai loro sogni. Uno dei quali è quello di poter vedere il mare. 


(fonte - https://www.mymovies.it)









SPETTACOLO UNICO
SAB 19 OTT - ORE 18,30

BIGLIETTI
INTERO 8,00 - OVER65 7,00 - STUDENTI 6,50


VOLONTE'
L'UOMO DAI MILLE VOLTI
Regia di Francesco Zippel.
Genere Documentario - Italia, 2024

Festival di Cannes, 1972: in via del tutto eccezionale la giuria assegna un ex aequo a Il caso Mattei di Francesco Rosi e a La classe operaia va in paradiso di Elio Petri. Il protagonista di entrambi è Gian Maria Volonté, che la Croisette ha già apprezzato due anni prima, con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri. I due film premiati a Cannes sono la conferma della purezza di un metodo, il suo, che ha dettato una linea inconfondibile: un approccio assolutamente immersivo nel personaggio, non esattamente coincidente con il method acting di Strasberg via Stanislavskij, in cui l'attore è coinvolto in ogni dettaglio della rappresentazione, fino a diventare a pieno titolo coautore del film. 


Un mestiere alimentato da un'ossessione: come ben argomenta e dimostra Volonté: l'uomo dai mille volti, il molto completo film di Francesco Zippel, puntellato su riferimenti d'archivio puntuali, non pedanti né scontati e pareri critici competenti e informati, tra i quali quelli di Jean A. Gili, Margarethe Von Trotta, Fabrizio Gifuni, Toni Servillo, Fabio Ferzetti e della compagna Angelica Ippolito..

(fonte - https://www.mymovies.it)








VEN 18 OTT - ORE 21.00
SAB 19 OTT - ORE 21.00
DOM 20 OTT - ORE 16.00 - 21.00

BIGLIETTI
INTERO 8,00 - OVER65 7,00 - STUDENTI 6,50
  SOLO PER SOCI ANTANI  
  DOM 20 OTT - ORE 21.00 - 5 EURO  


VERMIGLIO
Regia di Maura Delpero.
Un film con Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Orietta Notari.
Genere Drammatico - Italia, Francia, Belgio, 2024, durata 119 minuti.

GRAN PREMIO DELLA GIURIA - FESTIVAL DI VENEZIA 2024

Lucia, Ada e Flavia sono le tre figlie femmine della famiglia Graziadei che ha contato dieci nascite, non tutte purtroppo andate a buon fine, come succedeva nell'Italia rurale all'epoca della Seconda Guerra Mondiale. I Graziadei vivono nella frazione trentina di Vermiglio, in una casetta in mezzo ai campi e alla neve dei lunghi inverni di montagna. Il capofamiglia è un maestro elementare che si sforza di insegnare ai suoi studenti non solo ad esprimersi in un italiano corretto invece del dialetto che tutti (compresi i Graziadei) parlano a casa, ma anche ad aspirare a qualcosa di più bello e più alto della fatica quotidiana. Quando i Graziadei ospitano un soldato siciliano che ha disertato l'esercito si innesca una reazione a catena che l'unità famigliare dovrà gestire, e che si svilupperà lungo le quattro stagioni dell'ultimo anno di guerra. 


Vermiglio è l'opera seconda di Maura Delpero, dopo il suo notevole debutto con Maternal, e dà già prova di una sorprendente maturità espressiva che affonda le sue radici nel cinema di Ermanno Olmi, ma ancor di più in una realtà osservata con grande attenzione e restituita con commovente naturalezza.

(fonte - https://www.mymovies.it)











 


In occasione del 25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, A.I.D.A. ha scelto di parlare di violenza maschile sulle donne e delle attività del Centro Antiviolenza con il docufilm Finalmente respiro.
Si tratta di una produzione indipendente, di cui sono previste due proiezioni il 25 e il 28 novembre 2024 presso il Cinema Teatro Filo alle ore 21.

Le serate sono a ingresso libero, previa prenotazione inviando un messaggio Whatsapp al numero
3713097251, dalle ore 09:30 alle 12:30.

INFO E PRENOTAZIONI
info@aidacremona.it
371.3097251
0372.801427

Il docufilm Finalmente respiro racconta di donne. Le donne che hanno subito violenza e quelle che le
accolgono e le accompagnano nel faticoso cammino per uscirne passo dopo passo, insieme.
Con uno sguardo per quanto possibile lieve vanno in scena le storie di alcune donne accolte in A.I.D.A., in maniera rispettosa e tutelante. Le donne maltrattate si raccontano attraverso l’arte di altre donne, che
trasformano tutta questa sofferenza in immagine, musica, parola.
Con la metafora del kintsugi, l’antica tecnica giapponese che con metalli preziosi ricostruisce i frammenti del vasellame rotto, si vuole trasmettere alle donne un messaggio di fiducia in se’ stesse per un futuro di rinascita. Insieme è possibile per ciascuna e per tutte.



VEN 4 OTT - ORE 21.00
DOM 6 OTT - ORE 16.00

SAB 12 OTT - ORE 18.30
VER ORIG - SUB ITA


BIGLIETTI
INTERO 8,00 - OVER65 7,00 - STUDENTI 6,50


LA MISURA DEL DUBBIO
Regia di Daniel Auteuil.
Un film con Daniel Auteuil, Grégory Gadebois, Sidse Babett Knudsen, Alice Belaïdi, Suliane Brahim. Genere Drammatico - Francia, 2024, durata 115 minuti. .

Jean Monier è un avvocato di lungo corso, ma scottato dall'esperienza con l'ultimo cliente che ha difeso. Dopo qualche anno di assenza dai tribunali, per fare un favore alla moglie-collega, si trova a rappresentare un padre di famiglia in stato di fermo e accusato di aver ucciso la consorte. Sarà l'inizio di un caso che durerà anni, arrivando fino al processo, e che vedrà Jean approfondire il legame con Nicolas, uomo mite che giura di essere innocente e di non aver mai voluto fare del male a sua moglie. 


Tanto prolifico e apprezzato come volto attoriale, Daniel Auteuil è spesso meno riconosciuto nella sua carriera di regista, nonostante con Le fil arrivi al quinto film dietro la macchina da presa e lavorando sempre anche alle sceneggiature.





(fonte - https://www.mymovies.it)







LA DOLCE VITA
MER 9 OTT - ORE 17.00
I SOLITI IGNOTI
MER  9 OTT - ORE 21.00


DIVORZIO ALL'ITALIANA
MER 16 OTT - ORE 21.00

8 E 1/2
MER 23 OTT - ORE 17.00
MATRIMONIO ALL'ITALIANA
MER 23 OTT - ORE 21.00

PECCATO CHE SIA UNA CANAGLIA
MER 30 OTT - ORE 17.00
UNA GIORNATA PARTICOLARE
MER 30 OTT - ORE 21.00

MASTROIANNI 100

Il 28 settembre 1924 nasceva uno dei più grandi divi del cinema mondiale: Marcello Mastroianni. La
Cineteca di Bologna, con il suo progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema, celebra i 100 anni di
Marcello Mastroianni portando nelle sale italiane 7 film che ripercorrono una carriera
con pochi eguali.

Iniziamo dal 1954: Marcello è al fianco di Sophia Loren in Peccato che sia una canaglia di
Alessandro Blasetti; nel 1958 entra nella banda più improbabile della storia del cinema, quella dei
Soliti ignoti di Mario Monicelli. Nel 1960, La dolce vita di Federico Fellini consacra l’icona a livello
mondiale. L’anno successivo, il 1961, Pietro Germi lo trasfigura in chiave grottesca nel suo Divorzio
all’italiana. La consacrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, è definitiva quando presta il volto a
Federico Fellini nel suo 81⁄2 del 1963. Con l’ispirazione di Eduardo e la regia di Vittorio De Sica,
ritroviamo, nel 1964, Marcello e Sophia in Matrimonio all’italiana. Diversi anni dopo, nel 1977, la
coppia si ritrova in una delle sue interpretazioni più toccanti, Una giornata particolare di Ettore
Scola.


“Nessuno è mai stato protagonista di così tanti capolavori – racconta il direttore della Cineteca di
Bologna Gian Luca Farinelli –, facendo sempre scelte coraggiose, come, ad esempio, dopo La dolce
vita e 81⁄2, quando tutti lo volevano latin lover e lui, invece, scelse di inanellare una serie incredibile
di film in cui è impotente, forse omosessuale, cornuto, contribuendo a creare un’immagine diversa
del maschio italiano, sensibile, elegante, perdente, ironica, empatica. Forse proprio per questo non ci
pare possibile che compia oggi 100 anni, perché tra tutti gli attori della sua generazione solo lui ci
pare un nostro contemporaneo. È il motivo per cui abbiamo deciso di celebrarlo, non con un solo
film, ma distribuendo in Italia addirittura 7 capolavori da lui interpretati” 

TUTTI I FILM



La dolce vita fu una svolta importantissima nella mia carriera. Al ruolo arrivai nella maniera più
convenzionale, più normale. Un famoso regista ti fa sapere che vuole vederti, Fellini in questo caso,
tu vai a un appuntamento a Fregene perché quella è la sua spiaggia preferita, ecco, così... Io mi ci
recai con l’avvocato, per darmi un po’ un tono, mi ero detto: “Hai visto mai che ’sto regista
famoso...? E allora fammici andare con Ferrara, l’agente!”. Fellini, dandomi subito del tu, fece:
“Ho piacere che sei venuto: ho pensato a te, sai, a me non importa la bravura di un attore, mi
servirebbe la tua faccia qualunque. Anche se De Laurentiis vuole Paul Newman, a me non interessa,
voglio un volto qualsiasi come il tuo”. Lì per lì rimasi molto imbarazzato perché, anche se sapevo
benissimo di avere un volto come diceva lui, questa sua uscita era brutale. Allora, anche perché
avevo l’avvocato Ferrara accanto chiesi: “Ma potrei leggere il copione prima di decidere?”. Lui
ribatté: “Sì, come no”, e chiamando Ennio Flaiano che stava sotto un ombrellone, gli disse di
portarmelo. Dopo un minuto Flaiano arrivò con un mucchietto di fogli bianchi su cui non c’era
scritta neppure una parola. Solo c’era un disegno fatto da Fellini che rappresentava il mare, le onde,
dentro le quali nuotava un uomo con un fallo lunghissimo che arrivava fino al fondale, circondato
da un gruppetto di sirene che danzavano. Io divenni rosso, verde, ero molto imbarazzato, ebbi la
netta sensazione che Federico si fosse preso gioco di me, di questo attore che per giunta arrivava
con l’agente e che, quindi, aveva proprio sbagliato sistema. Così per salvarmi dalla situazione, dissi:
“Va bene, molto interessante, faccio il film”.
Marcello Mastroianni




Agli inizi della mia carriera cinematografica, furono per me molto importanti due registi. Luciano Emmer con Domenica d’agosto, un film che ebbe un gran successo, anche all’estero. E poi Mario
Monicelli, che allora lavorava in coppia con Steno.
Ho girato tanti film con Monicelli, per esempio I soliti ignoti. Nacque per sfruttare le scenografie delle Notti bianche, che avevo fatto con Visconti e che era costato molto.
Poi, in realtà, non girammo mai nel teatro di posa con le scenografie delle Notti bianche.
Nei Soliti ignoti scattò la stupefacente invenzione di Gassman attore comico – cosa che non mi sorprese perché io avevo lavorato con Gassman in teatro, conoscevo il suo umorismo,
non era così serio e severo come tanta gente poteva immaginare. Fu un film di grande successo.
Marcello Mastroianni




Germi era molto bravo nella conduzione degli attori. Non parlava mai, ma quando era al dunque
spiegava molto bene quello che voleva. Era un grosso, grosso regista, e non lo dico per fare il cantico
alla sua memoria. Aggiungo, anzi, che magari ne avessimo avuti di registi come lui e ne avessimo
ancora! Perché la sua prima, grande qualità era quella di non volere essere a tutti i costi l’artista,
quello che dice sempre qualche cosa di nuovo, e di essere invece un serio realizzatore di storie
comprensibili ai più. Che poi erano fatte da un professionista che conosceva molto bene il suo
mestiere. Oggi un regista come lui sarebbe una salvezza per il nostro cinema. Senza volare, senza
fare cinema di ricerca, Germi raccontava storie che mica erano uno scherzo, e spingeva duro perché, per esempio, Divorzio all’italiana fu un film molto preciso, quando qui di divorzio ancora non se ne
parlava proprio. E fare un film in cui si dimostrava che da noi per divorziare uno poteva solo
sopprimere la moglie non era tanto facile. Anche se è errato definirlo un’invenzione, il tic del barone
Cefalù l’ho inventato io. La faccenda è andata così. Germi aveva dei problemi con le gengive, quindi
storceva sempre la bocca per stuzzicarsele con le labbra e la lingua. I tic, come lo sbadiglio, sono
contagiosi, e così un giorno mi sorpresi a fare la sua stessa mossa, tanto che lui si urtò e mi chiese
se lo stavo prendendo in giro. Mi scusai, dissi che non ne avevo nessunissima intenzione, gli spiegai
come avvenivano queste cose e aggiunsi anche che avevo pensato che questo barone magari poteva
avere una carie. E allora lui volle che lo rifacessi, e dopo me lo fece fare per tutto il film.
Marcello Mastroianni




Federico voleva Laurence Olivier, ma non ha rinunciato a Olivier perché gli aveva chiesto il copione,
come è stato detto a suo tempo, bensì perché si è accorto che Olivier era un attore troppo grande per
poterlo portare a quello che lui voleva, e anche troppo diverso da lui. Io gli somigliavo di più,
cattolico, debole, antieroe. Per me 81⁄2 è stato la chiarificazione di queste caratteristiche che c’erano
nel mio privato ma che diventavano anche la cifra del mio personaggio. 81⁄2 è un film che mi piace
ancora moltissimo. Certo io ho avuto anche il privilegio di diventare amico di Federico. Grazie a
questo, ho potuto trasferire sullo schermo piuttosto facilmente anche il Fellini autobiografico di 81⁄2.
Anzi con 81⁄2 tutto andò ancora meglio. C’erano i suoi tic, le sue cose, le sue facce. Alzai persino il
tono di voce, feci la voce un po’ di testa perché lui ce l’ha così mentre la mia è abbastanza grave, e
questo gli dà anche un po’ fastidio. Insomma io con lui mi assoggettai al più elementare dei giochi
che uno può fare con un amico con cui si trova bene, il gioco dei due che dicono: “Tu sei la guardia
e io il ladro, avanti!”. Con il particolare, però, che era Federico a dirigere il gioco, come quando da
ragazzino, nel mio quartiere, c’era sempre uno che fungeva da capobanda e noi tutti ci
assoggettavamo con piacere al suo ruolo.
Marcello Mastroianni




Il divertimento di De Sica come persona era incredibile. Come regista, andava diritto ai sentimenti,
preciso, senza nessuna sbavatura, e poi era straordinario nella conduzione dell’attore, del resto lo
si vedeva da come riusciva a fare lavorare i bambini. Mi ricordo tutte le storie che si raccontavano
sulla sua pazienza con loro, e invece ogni tanto non ce la faceva più e cominciava a urlare “Brutto
figlio ’e ’ntrocchia, ti spedisco al correzionale”. E si può anche capire, perché tra la situazione delle
due famiglie, il gioco, gli impicci della produzione, era un uomo stanco. Io lo guardavo sempre con
ammirazione perché per me più italiano di così non si poteva essere, e quando dico italiano intendo
il meglio. Con tutti i suoi difetti, era un personaggio esaltante.
Marcello Mastroianni




Debbo a Blasetti se sono nato al cinema. Mi vide in teatro, nell’Oreste che aveva messo in scena
Visconti, e mi fece interpretare Il lupo, un episodio di Tempi nostri. Poi mi volle a fianco di Sophia
Loren in Peccato che sia una canaglia e in La fortuna di essere donna, due film che hanno cominciato
a farmi conoscere anche all’estero. I produttori cinematografici, a quel tempo, non giuravano certo
per me, e Blasetti invece, con tutta la sua foga, riuscì a convincerli. Dandomi una possibilità che
però, nello stesso tempo, arricchì anche con un insegnamento che era frutto della sua stupenda
esperienza cinematografica e umana. Quando Peccato che sia una canaglia uscì nei cinema tale fu il
successo che nel giro di ventiquattro ore diventai popolarissimo. Però mancò poco che non mi
rovinasse la carriera, perché io mi ero talmente calato nei panni del tassinaro gentile e di buon senso
che non riuscivo a liberarmene. Dovetti battagliare con i produttori, e anche con me stesso, per
ottenere altri ruoli.
Marcello Mastroianni




Con Ettore Scola ho fatto sei o sette film. Mi piace Ettore. Ha humour, è intelligente, è tranchant,
spesso; è simpatico. Con lui si può esprimere una piccola idea: se è valida, l’accetta. Insomma con
Scola c’è un lavoro di collaborazione. In Una giornata particolare, mi ricordo, c’era una telefonata
molto delicata che io, nel ruolo di un omosessuale, facevo evidentemente al mio amico. “Ettore”, gli
dissi, “il pudore mi suggerisce di fare questa scena tutta di schiena. Vieni dietro la mia nuca, con la
macchina da presa, perché le cose che dico non siano violente, non arrivino allo spettatore in
maniera sgradevole”. Scola fu d’accordo. Ed è uno dei momenti più belli del film. Sempre in Una
giornata particolare, Ettore mi chiese se ricordavo una canzone della mia adolescenza. Me ne ricordai
una che sentivo a casa di mia zia, che aveva tre figlie, quando la domenica ballavamo: “Belle bimbe
innamorate / Le arance comprate / Hanno un magico sapore / Un profumo d’amore”. È con questa
musichetta che nel film mostro a Sophia Loren una certa danza. Per me, Una giornata particolare
resta un esempio di cinema veramente straordinario, semplice, netto. Vogliamo osare? Un
capolavoro.
Marcello Mastroianni

()







SOCIAL