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OMAGGIO A AGNÈS VARDA
Una voce unica nel coro nouvelle vague, prima regista donna a ricevere un Oscar alla carriera. Nata fotografa, Agnès Varda per oltre settant’anni ha girato film con lo stesso contagioso piacere, senza distinzioni tra generi, formati, durate, fiction o documentario. Un cinema in prima persona, singolare, fatto di luoghi, strade, attese, lo sguardo che si fa all’occorrenza femminista e sociale, senza perdere in libertà poetica. Una grande signora del cinema che negli anni ha portato sullo schermo i volti, le vite, i pensieri di tante altre donne, sempre ascoltando la loro ‘voce’ e la propria volontà di autrice, senza cedimenti a nessun vincolo esterno.
VARDA BY AGNÈS
(Francia/2019) di Agnès Varda (115')
MER 4 MARZO - ORE 21.00
“Nel 1994, in coincidenza con una retrospettiva alla Cinémathèque française, ho pubblicato un libro
intitolato Varda par Agnès. Venticinque anni dopo, lo stesso titolo viene dato al mio film fatto di immagini in movimento e di parole. Il progetto è lo stesso: fornire le chiavi della mia opera. Il film si divide in due parti, una per secolo. Il Ventesimo secolo va dal mio primo lungometraggio La Pointe courte del 1954 all’ultimo del 1996, Cento e una notte. Nel mezzo ho girato documentari, film, sia lunghi che brevi. La seconda parte inizia nel Ventunesimo secolo, quando le piccole cineprese digitali hanno cambiato il mio approccio al documentario, da Les Glaneurs et la glaneuse nel 2000 a Visages, Villages diretto con JR nel 2017. Ma in quel periodo ho creato soprattutto installazioni d’arte, i Triptyques atypiques, le Cabanes de Cinéma, e ho continuato a fare documentari, come Les Plages d’Agnès. Tra le due parti c’è un piccolo promemoria della mia prima vita di fotografa. [...] Potremmo chiamarla ‘lezione magistrale’, ma non mi sento una maestra e non ho mai insegnato.
Non mi piace l’idea. Non volevo farne una cosa noiosa. Così si svolge in un teatro pieno di gente, o in un giardino, e cerco di essere me stessa e di trasmettere l’energia o l’intenzione o il sentimento che voglio condividere. È quello che chiamo ‘cinescrittura’, in cui le scelte partecipano a qualcosa che si chiama ‘stile’”. (Agnès Varda)
CLÉO DALLE 5 ALLE 7
(Cléo de cinq à sept, Francia/1962) di Agnès Varda (85')
MER 11 MARZO - ORE 21.00
Due ore di tempo (quasi) reale per conoscere Cléo, graziosa, capricciosa, narcisista chanteuse parigina, convinta che "essere brutte è come essere morte". Ma l’attesa di un responso radiologico pone Cléo di fronte alla vera natura della mortalità, mentre Parigi e la sua vita le scorrono intorno. Risposta femminile e indimenticabile ai tanti ritratti di donna godardiani.
A SEGUIRE
RÉPONSE DE FEMMES
(Francia/1975) di Agnès Varda (7')
Antenne 2 chiede a sette registe di rispondere in sette minuti alla domanda: “Che cosa significa essere
donna?”. Agnès Varda risponde con un ciné-tract: alcune donne discutono di sesso, desiderio, pubblicità e bambini (averne o non averne). Una donna nuda e incinta che danza e ride a squarciagola suscitò allora proteste scritte di alcuni telespettatori.
DAGUERRÉOTYPES
(Francia-RFT/1976) di Agnès Varda (80')
MER 18 MARZO - ORE 21.00
Agnès, insieme alla figlia Rosalie, esce in strada e filma. La strada è Rue Daguerre, nel 14° arrondissement, dove ha abitato per cinquant'anni. La sua cinepresa interroga le vite di bottega, i negozianti della via, cerca e trova la concreta poesia delle baguettes croccanti, delle bistecche fresche di taglio, delle stoffe cucite a mano.
Intanto ascolta storie, che sono talora storie di migrazioni, di gente che ha cercato e trovato un posto nel mondo. Sì, se ci aspettiamo il fascino di una Parigi che non c'è più, l'attesa è ripagata.
A SEGUIRE
SALUT LES CUBAINS
(Francia-Cuba/1963) di Agnès Varda (30')
Documentario, fotografia, temi politici e sociali, la donna, il ricordo. Salut le cubains è un dinamico e gioioso montaggio a ritmo di cha-cha-cha di foto scattate all'indomani della rivoluzione castrista. Commento di Michel Piccoli.
VARDA BY AGNÈS
(Francia/2019) di Agnès Varda (115')
MER 4 MARZO - ORE 21.00
“Nel 1994, in coincidenza con una retrospettiva alla Cinémathèque française, ho pubblicato un libro
intitolato Varda par Agnès. Venticinque anni dopo, lo stesso titolo viene dato al mio film fatto di immagini in movimento e di parole. Il progetto è lo stesso: fornire le chiavi della mia opera. Il film si divide in due parti, una per secolo. Il Ventesimo secolo va dal mio primo lungometraggio La Pointe courte del 1954 all’ultimo del 1996, Cento e una notte. Nel mezzo ho girato documentari, film, sia lunghi che brevi. La seconda parte inizia nel Ventunesimo secolo, quando le piccole cineprese digitali hanno cambiato il mio approccio al documentario, da Les Glaneurs et la glaneuse nel 2000 a Visages, Villages diretto con JR nel 2017. Ma in quel periodo ho creato soprattutto installazioni d’arte, i Triptyques atypiques, le Cabanes de Cinéma, e ho continuato a fare documentari, come Les Plages d’Agnès. Tra le due parti c’è un piccolo promemoria della mia prima vita di fotografa. [...] Potremmo chiamarla ‘lezione magistrale’, ma non mi sento una maestra e non ho mai insegnato.
Non mi piace l’idea. Non volevo farne una cosa noiosa. Così si svolge in un teatro pieno di gente, o in un giardino, e cerco di essere me stessa e di trasmettere l’energia o l’intenzione o il sentimento che voglio condividere. È quello che chiamo ‘cinescrittura’, in cui le scelte partecipano a qualcosa che si chiama ‘stile’”. (Agnès Varda)
(Cléo de cinq à sept, Francia/1962) di Agnès Varda (85')
MER 11 MARZO - ORE 21.00
Due ore di tempo (quasi) reale per conoscere Cléo, graziosa, capricciosa, narcisista chanteuse parigina, convinta che "essere brutte è come essere morte". Ma l’attesa di un responso radiologico pone Cléo di fronte alla vera natura della mortalità, mentre Parigi e la sua vita le scorrono intorno. Risposta femminile e indimenticabile ai tanti ritratti di donna godardiani.
A SEGUIRE
RÉPONSE DE FEMMES
(Francia/1975) di Agnès Varda (7')
Antenne 2 chiede a sette registe di rispondere in sette minuti alla domanda: “Che cosa significa essere
donna?”. Agnès Varda risponde con un ciné-tract: alcune donne discutono di sesso, desiderio, pubblicità e bambini (averne o non averne). Una donna nuda e incinta che danza e ride a squarciagola suscitò allora proteste scritte di alcuni telespettatori.
DAGUERRÉOTYPES
(Francia-RFT/1976) di Agnès Varda (80')
MER 18 MARZO - ORE 21.00
Agnès, insieme alla figlia Rosalie, esce in strada e filma. La strada è Rue Daguerre, nel 14° arrondissement, dove ha abitato per cinquant'anni. La sua cinepresa interroga le vite di bottega, i negozianti della via, cerca e trova la concreta poesia delle baguettes croccanti, delle bistecche fresche di taglio, delle stoffe cucite a mano.
Intanto ascolta storie, che sono talora storie di migrazioni, di gente che ha cercato e trovato un posto nel mondo. Sì, se ci aspettiamo il fascino di una Parigi che non c'è più, l'attesa è ripagata.
A SEGUIRE
SALUT LES CUBAINS
(Francia-Cuba/1963) di Agnès Varda (30')
Documentario, fotografia, temi politici e sociali, la donna, il ricordo. Salut le cubains è un dinamico e gioioso montaggio a ritmo di cha-cha-cha di foto scattate all'indomani della rivoluzione castrista. Commento di Michel Piccoli.
(fonte - https://www.mymovies.it)
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