CINEMA TEATRO FILO



 


VEN 9 AGO - 21.00
SAB 10 AGO - 21.00
DOM 11 AGO - 21.00
IL MANGIATORE DI PIETRE
Regia di Nicola Bellucci.
Un film con Luigi Lo Cascio, Vincenzo Crea, Bruno Todeschini, Ursina Lardi, Leonardo Nigro.
Drammatico - Italia, 2018, durata 109 minuti.


Cesare è un passeur, uno dei più bravi in circolazione. Per la conoscenza dell'antica arte di chi attraversa le impervie vallate alpine è cercato da criminali, che ne richiedono le prestazioni, ed è ricercato dalla legge, sempre sulle sue tracce. Quando esce di galera, dopo essersi rifiutato di parlare, trova il cadavere dell'amico e rivale Fausto ed è fermamente intenzionato a scoprire cosa sia successo.


Per Nicola Bellucci Il mangiatore di pietre rappresenta il primo film di finzione, dopo una carriera come consolidato documentarista.

Nel bene e nel male, è una caratteristica che risulta evidente sin dalle prime sequenze. Nel bene, per la capacità di ritrarre dettagli geografici, architettonici e psicosomatici della gente di montagna che vive sulla frontiera tra Svizzera, Italia e Francia con perizia, ma senza mai sovraccaricare. Il rovescio della medaglia è invece rappresentato dalla scarsa confidenza con meccanismi di storytelling e gestione dell'intreccio che, nel caso di un crime drama come Il mangiatore di pietre, costituiscono una componente fondamentale per la fruizione del film.

Il ritmo lento e l'andamento contemplativo necessitano di una sceneggiatura più robusta per poter mantenere avvinta l'attenzione del pubblico e questo non sempre avviene: l'indagine dei carabinieri resta per lo più criptica e frammentaria, quasi rifuggendo il pathos anziché inseguirlo. Tuttavia la ricerca dell'assassino sembra poco più di un'esca narrativa, in un film che ruota attorno al personaggio tormentato di Cesare (interpretato da Luigi Lo Cascio) e al suo confronto con un passato ingombrante: il rimorso per aver agito in maniera clandestina, la lontananza durante la morte dell'amata moglie (Elena Radonicich, in una breve ma memorabile parte), il brusco ritiro dal gruppo di amici.
Sospeso in un limbo, come richiesto da questo risvolto introspettivo, il film risulta troppo misterioso nella prima parte, caricando una tensione che non si giustifica adeguatamente nel proseguo della vicenda. I tanti volti femminili eterei che compaiono restano una traccia inesplorata di un'unione maschile che tende a ridurre la donna a figura angelicata, generatrice di un senso di colpa talvolta smisurato. Non mancano i richiami all'attualità: tra la merce che i passeur si trovano a trasportare oltre confine, infatti, ci sono anche dei migranti e sarà la loro presenza a determinare una svolta morale nel protagonista del film.

Sotto la coltre nevosa di Il mangiatore di pietre si cela un ottimo film, ma in superficie resta solo un interessante ibrido tra cinema di genere e attitudine documentaristica, con qualche difetto di troppo.

(fonte - https://www.mymovies.it)

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