CINEMA TEATRO FILO


TATANKA
Un film di Giuseppe Gagliardi.
Biografico, durata 100 min. - Italia 2011.
Con Clemente Russo, Rade Serbedzija, Giorgio Colangeli, Carmine Recano, Susanne Wolff.

Michele ha pochi anni e un grande sogno, partecipare alle Olimpiadi di boxe. Tra lui e il traguardo c'è Marcianise, un comune di Caserta dove i ragazzi vengono reclutati dalla Camorra e 'tarpati' dalla Polizia, dove perdura la legge del più forte e un uomo deve sempre dimostrare di "avere le palle". Per non dispiacere un amico e per difendere il suo onore, Michele partecipa al saccheggio di un deposito alimentare e finisce otto anni in prigione, dove continua ostinato ad allenarsi. Una volta fuori vuole ricominciare da dove ha lasciato ma l'ombra lunga della malavita lo lambisce e annebbia di nuovo le sue aspirazioni. 'Assoldato' dal camorrista rampante di turno combatterà nei ring dei centri commerciali e in incontri truccati, rimpinguando le casse del balordo. Umiliato e sfruttato, Michele decide di abbattere il sistema a suon di pugni, ritrovando l'orgoglio e il desiderio di riscatto. In fondo al tunnel e dentro una canzone d'amore neomelodica la luce avanza e accende un istante di gloria.

Ha poche parole da spendere Michele e un corpo irriducibile con cui esprimersi, riparare alle colpe e sollevarsi sul nulla urbano e malato che lo ha generato. Adattando "Tatanka Scatenato" di Roberto Saviano e drammatizzando la vita di Clemente Russo, pugile italiano che ha schivato l'adescamento della Camorra e ha attinto alla sua rabbia incolmabile diventando campione del mondo dilettanti, Giuseppe Gagliardi realizza la parabola di un ragazzo di Marcianise sopravvissuto a un inferno di cui ha fatto esperienza.
Come fu per Gomorra anche in Tatanka il narratore inquirente scompare dietro ai volti dei suoi adolescenti, il regista cosentino decide per uno sguardo che si cala a fondo nei luoghi della criminalità organizzata, condizionandone le dinamiche sociali e il sogno sempre rimandato del protagonista. Tatanka è altresì una riflessione sull'occasione della vita, quella che Michele ha preso al volo e che altri ragazzini hanno gettato via dietro all'illusione di diventare Tony Montana. Prossimi idealmente e geograficamente ai ragazzini armati di Matteo Garrone, che imitavano le gesta di Scarface e credevano di vivere dentro un film, i giovani personaggi di Gagliardi soccombono alle logiche spietate di adulti degenerati che abbattono per denaro uomini e bufale. Senza avere il linguaggio radicale e potente di Gomorra, Tatanka dimostra in ogni modo di aver assimilato (e compreso) la lezione di metodo di Garrone, confermando due dei suoi sceneggiatori (Massimo Gaudioso e Maurizio Braucci), muovendosi nello stesso paesaggio disperato e pedinando l'oscurità senza l'ansia di spiegarne i meccanismi. Al centro del quadro e del quadrato c'è Clemente Russo che si guarda sullo schermo come in uno specchio, una superficie che gli rimanda l'immagine di sé, quella sempre inseguita sul ring e fuggita a una sparatoria. La sua biografia ha più di un'assonanza con la retorica del boxe-film che pratica assiduamente la giovane promessa 'formata' da un maestro saggio che rischia di vederselo strappare da boss malavitosi e rapaci.