CINEMA TEATRO FILO



MER 18 MAG - ORE 21.00

CARO DIARIO
Regia di Nanni Moretti.
Un film con Nanni Moretti, Silvia Nono, Renato Carpentieri, Antonio Neiwiller, Giulio Base.
Commedia, - Italia, 1993, durata 100 minuti. 

MIGLIOR REGIA - FESTIVAL DI CANNES 1994
MIGLIOR REGIA - NASTRI D'ARGENTO 1994
MIGLIOR FILM - DAVID DI DONATELLO 1994
MIGLIOR MUSICA - DAVID DI DONATELLO 1994

Diviso in tre capitoli autonomi e complementari (In vespa, Isole e Medici), Caro Diario rimane, a quasi trent'anni dalla sua prima uscita in sala, un sorprendente oggetto estraneo di un autore unico del nostro cinema. Per Nanni Moretti, “splendido quarantenne” , è un punto di svolta: dopo la crisi ideologica di Palombella rossa, il “leone di Monteverde” abbandona il suo alter ego Michele Apicella e porta sullo schermo se stesso, senza filtri, dalle gite in vespa nella Roma agostana deserta fino alla sua, reale, malattia. Un'autobiografia profondamente collettiva, dove le ossessioni personali del regista – il passato, le case, il ballo, i (cattivi) critici… – si fondono con quelle di un paese intero, incapace di ricordare, di comunicare, di ascoltare, di capire. Divertentissimo, colmo di indimenticabili tormentoni morettiani, ma capace anche di momenti di autentica commozione (la lunga scena del pellegrinaggio verso il luogo dove morì Pasolini). Premio per la regia al festival di Cannes 1994.


Quattro anni dopo Palombella rossa e tre dopo La cosa Nanni Moretti tornava sullo schermo (vincendo la Palma d'oro a Cannes per la miglior regia). Cinque anni dopo con Aprile sarebbe tornato a parlare direttamente di sé. Si sostanzia quindi la definitiva separazione da Michele Apicella che fino ad allora aveva consentito a Moretti di fingere di nascondersi dietro ad un personaggio che portava il cognome della madre, che variava di età e professione ad ogni film al quale poteva far esprimere pensieri suoi ma anche farlo agire in maniera difforme a quella per lui usuale. Ora comunque il diaframma è infranto ed è Giovanni Moretti nato a Brunico il 19 agosto del 1953 ad esporsi in prima persona. Lo fa misurandosi con tre forme narrative differenti la cui unitarietà è legata alla sua persona e al suo modo di rapportarsi con la realtà.




(fonte - https://www.mymovies.it)