CINEMA TEATRO FILO

GIO 8 GIU - ORE 21.00
SAB 10 GIU - ORE 21,00
DOM 11 GIU - ORE 18.30
LIBERE DISOBBEDIENTI INNAMORATE
Un film di Maysaloun Hamoud.
Drammatico, durata 96 min. - Israele, Francia 2016.
Con Mouna Hawa, Sana Jammelieh, Shaden Kanboura, Mahmud Shalaby, Riyad Sliman

Tre ragazze palestinesi condividono un appartamento a Tel Aviv, al riparo dallo sguardo della società araba patriarcale. Leila è un avvocato penalista che preferisce la singletudine al fidanzato, rivelatosi presto ottuso e conservatore, Salma è una DJ stigmatizzata dalla famiglia cristiana per la sua omosessualità, Noor è una studentessa musulmana osservante originaria di Umm al-Fahm, città conservatrice e bastione in Israele del Movimento islamico. Noor è fidanzata con Wissam, fanatico religioso anaffettivo che non apprezza l'emancipazione delle coinquiline della futura sposa. Ostinate e ribelli, Leila, Salma e Noor faranno fronte comune contro le discriminazioni.
C'è un'onda nuova che muove dalle spiagge di Israele e abbatte i tabù arabo-israeliani. Cinema israeliano in lingua araba, In Between fa intendere la voce femminile e rimanda la società alle sue contraddizioni. Per voltare pagina, per avanzare.

Premiata all'Haifa International Film Festival, l'opera prima di Maysaloun Hamoud si nutre di un contesto reale e segue il destino di tre donne che vogliono vivere dove gli è concesso soltanto sopravvivere. Fuggite alle origini e approdate a Tel Aviv, considerata dagli israeliani liberale e aperta alle alterità, le protagoniste scopriranno a loro spese il conto della libertà. A confronto con una doppia discriminazione, sono donne e sono palestinesi, Leila, Salma e Noor procedono a testa alta dentro un film che non risparmia nulla, nemmeno lo stupro, e nessuno.

Israeliani ebrei e israeliani arabi, laici e religiosi, cristiani e musulmani, nessuno si senta escluso. Lo spettro del patriarcato, dal simbolico al doloso, si incarna progressivamente nei padri come nei fidanzati, predatori frustrati imprevedibili. Colte tra due mondi, la cultura araba musulmana tradizionale e quella ebraico israeliana, le protagoniste si sono lasciate alle spalle interdizioni familiari, comunità religiose e società conservatrici per ritagliarsi un'esistenza nuova e costruirsi una vita sociale a misura dei loro desideri e delle loro volontà. Bar Bahr, il titolo originale, in arabo tra terra e mare, in ebraico né qui né altrove, traduce il disorientamento (meta)fisico di una generazione, quella dei giovani arabo-israeliani che in Israele sono uno su cinque, emancipata dalla propria cultura per adottarne una occidentale. Una generazione che non sa più se appartiene al mare o alla terra. Una generazione, ancora, alla ricerca di libertà che prova a preservare il cuore della propria identità.



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