FILM GALERY

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SPETTACOLO UNICO
GIO 22 - ORE 21.00

BIGLIETTI
INTERO 8,00 - OVER65 7,00 - STUDENTI 6,50


LA NOTTE DEL CONTE ROSSO
Regia di Giovanni Zanotti, Mario Bonetti.
Un film Documentario - Italia, 2024, durata 54 minuti.

Il 24 maggio 1941, il piroscafo Conte Rosso, una nave transatlantica requisita dal regime fascista in tempo di guerra, fu affondato da un sottomarino britannico al largo di Siracusa. 1297 soldati morirono in mare quella notte. Fu una delle più grandi catastrofi nella storia della Marina Italiana. Questa tragedia fu insabbiata dal regime fascista, tanto che fu quasi dimenticata. Corrado Codignoni, 103 anni, è l’ultimo sopravvissuto sulla nave quella notte… Il suo racconto, insieme a quello dei familiari delle vittime, è un racconto scioccante di ricordi, coraggio e lacrime. La notte del Conte Rosso è la notte dell’uomo, è il tramonto dei valori patriottici del ‘900. È la storia di giovani soldati morti in mare prima di poter vedere il fronte. È il trionfo della vita, negli occhi eccitati di coloro che sono stati salvati. È un racconto commovente che presenta la guerra per ciò che è davvero: un enorme pezzo di spazzatura. 


Quando nel 2022 abbiamo iniziato a pensare come sviluppare questo documentario ci siamo subito chiesti quale fosse l’elemento che rendeva unica questa storia. L’affondamento del Conte Rosso, per quanto si tratti di una grandissima tragedia, rimane un piccolo racconto di quell’immensa catastrofe che è stata la Seconda Guerra Mondiale. Cosa rende davvero unica questa storia? Lo abbiamo scoperto anche noi man mano, muovendoci tra le fonti dirette e indirette, andando a spulciare nei meandri della memoria per trovare quel qualcosa che avrebbe reso onore alla storia che stavamo per raccontare. 

Per poterlo scoprire abbiamo dovuto conoscere ed intervistare diverse persone. Corrado Codignoni, 103 anni, è il vero protagonista del racconto. L’ultimo sopravvissuto ancora in vita, il testimone oculare di quello che è avvenuto realmente quella notte sul Conte Rosso. Concetta Santangelo custodisce da anni le testimonianze dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime, i loro ricordi, le loro emozioni. Marco Montagnani è la memoria storica, colui che ha studiato con precisione le vicende  della nave e la sorte degli uomini che l’anno accompagnata nel suo ultimo viaggio.

Parlando con loro e con molte altre persone legate al Conte Rosso abbiamo percepito un forte senso di vicinanza, un rispetto quasi reverenziale per tutti quei poveri ragazzi morti nel lontano 1941. C’è un sottile filo rosso che unisce tutti i discendenti delle 2500 persone che furono sulla nave quella notte, ed è un sentimento difficilmente descrivibile a parole. È un senso di vuoto, è tristezza, è una complessa elaborazione di un lutto, è l’impossibile superAmento di un trauma. È amore allo stato puro, manifestato in un senso di gioia per un figlio che è tornato a casa o nel dolore di un cuore infranto di un promesso sposo che non sarà mai all’altare. Sono madri lasciate sole, padri che non vedranno mai nascere i loro bambini. È tutto questo, ma è anche tantissimo altro. Sono 2500 vite cambiate in otto minuti. Sono ideali disillusi e sogni infranti di soldati di 20 anni che non avevano mai neanche visto il fronte. Per trasmettere tutte queste emozioni siamo stati aiutati da un ragazzo speciale, uno degli “uomini del Conte Rosso”.

Marino Motta aveva 20 anni. Era il prozio di Marco Montagnani. Sfortunatamente morì sulla nave quella notte. Poche ore prima di partire inviò una lettera a casa ai genitori. Questa lettera, conservata fino ad oggi dalla sua famiglia è il riassunto di quanto scritto in precedenza. È un macigno sul cuore di chi la ascolta. In pochi istanti ti riporta bambino o ti fa sentire genitore. Ti scaraventa con cattiveria sul ponte del Conte Rosso alle ore 20.00 del 24 maggio 1941.  L’abbiamo inserita volutamente a conclusione del documentario con la volontà di far capire davvero cosa sia la guerra, quanto male faccia e quanto sia importante perseguire la pace con tutte le nostra forze. Questo è ciò che rende unico l’affondamento del Conte Rosso. La normalità della propria vita, infranta in pochi istanti dallo scoppio di un siluro e l’abisso che si apre davanti a noi. In lontananza, c’è però una flebile luce. La troverete, qua e là tra le righe del racconto, negli occhi speranzosi di chi ci ha raccontato questa storia. Ad essa bisogna aggrapparsi, farsi guidare, per schiarire le ombre della notte del Conte Rosso.  

(fonte - https://www.mymovies.it)





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