CINEMA TEATRO FILO


GIO 18 APR - ORE 21.00
VEN 19 APR - ORE 21.00
SAB 20 APR - ORE 18.30 / 21.00
DOM 21 APR - ORE 16.00 / 18.30 / 21.00
LUN 22 APR - ORE 16.00 / 18.30 / 21.00
MER 24 APRILE - ORE 21.00
BIGLIETTO UNICO 6 EURO
CYRANO MON AMOUR
Regia di Alexis Michalik.
Un film con Thomas Solivéres, Olivier Gourmet, Mathilde Seigner, Tom Leeb, Lucie Boujenah.
Commedia - Francia, 2018, durata 109 minuti.


Edmond Rostand, autore senza successo e senza un soldo, sogna di passare dall'ombra alla luce. Sostenuto da Rosemonde, la sua consorte, e da Sarah Bernhardt, l'attrice più celebre della Belle Époque, deve comporre in tre settimane una commedia per Monsieur Constant Coquelin, divo navigato che vorrebbe rilanciare la sua carriera. L'ispirazione ha il volto di Jeanne, costumista e amica di Léo, attore bello ma senza eloquenza. A prestargliela è Edmond, che avvia un fitto carteggio con Jeanne. Lettera dopo lettera trova le rime e il sentimento per nutrire la pièce e incarnare un guascone filosofo. Il 28 dicembre 1897 al Théâtre de la Porte Saint-Martin andrà finalmente in scena "Cyrano de Bergerac", il testo più recitato della storia del teatro francese.


Nel 1897 Edmond Rostand, poeta inquieto e misconosciuto di ventinove anni, si ispirava liberamente al fantasma di uno scrittore dimenticato, Cyrano de Bergerac, per scrivere un dramma eroico e melanconico che farà la gloria del Théâtre de la Porte Saint-Martin.

Nel 2016, Alexis Michalik, drammaturgo celebre di trentaquattro anni, ricalcava il gesto artistico di Edmond Rostand per realizzare una pochade corale e ottimista che fa (ancora) la gioia del Théâtre du Palais-Royal, cinque Molières vinti e oltre 700.000 spettatori. Making of di «Cyrano de Bergerac», Cyrano Mon Amour è al debutto una sceneggiatura destinata al cinema che l'inerzia dei produttori trasforma in progetto teatrale prima di riconvertirla finalmente in film.

Adattata per lo schermo e nello spirito di Shakespeare in Love, la pièce di Alexis Michalik combina vero e falso e reinventa la storia della scrittura e della creazione di questo monumento del repertorio teatrale francese. "Cyrano de Bergerac" è un testo talmente celebre che la sua reputazione lo precede. Un po' come il naso del guascone poeta, suscettibile, furioso, eccessivo ma mai ridicolo. Risibili sono gli altri, gli avversari. Cyrano è un romantico insolente, un folle colossale dall'animo puro, un innamorato cortese dalla faccia grottesca che nasconde sotto i versi e le rime il suo infinito dolore e la sua straziante solitudine.

Eludendo tutti i rischi del teatro filmato e impiegando a meraviglia lo spazio, questa volta illimitato del cinema, Michalik affonda la spada nel cuore della pièce di cui illustra il processo creativo: dalla crisi all'illuminazione, passando per gli imprevisti tecnici, le riletture caotiche, gli ostacoli burocratici, i capricci dell'ego, gli equivoci da boulevard, i salvataggi in estremo, gli atti di coraggio, il trionfo della prima, le quaranta chiamate alla ribalta.

Infuso il romanticismo di "Cyrano" nella vita intima di Rostand, Michalik dirige il suo primo film con entusiasmo, leggerezza e slancio gioioso, prendendosi delle libertà con la realtà (Rostand non ha scritto "Cyrano" in tre settimane, il "Bolero" di Ravel è stato composto diversi anni dopo) e confrontando fino a confonderlo il fervore di Rostand con quello del suo personaggio.

Thomas Solivérès incarna febbrilmente il ruolo del titolo a cui aggiunge una punta di angoscia perché non ha ancora trent'anni ma ha già due figli e troppe ambasce. A fianco di Olivier Gourmet, che interpreta un gaudente Coquelin, il primo attore a infilare il naso di Cyrano, Solivérès conferisce a questo seducente oggetto di cinema un'urgenza, il desiderio di raccontare la sua storia davanti a un pubblico desideroso di intenderla.



Scritto e montato (a teatro e al cinema) come un vaudeville, con porte che si aprono e si chiudono, personaggi che vanno e vengono, ritmo serrato e apparizioni comiche di Georges Feydeau, Georges Courteline e Anton Čechov in attesa dentro un bordello parigino, Cyrano, Mon Amour allinea il personaggio di Cyrano a quello di Edmond ma con una differenza significativa. La prospettiva di Cyrano è lo scacco (sentimentale). Il fallimento è quello che rende rimarcabile il suo personaggio e la pièce di Rostand. La prospettiva di Edmond e del suo creatore, è invece il successo. Alexis Michalik è così affascinato dal successo al punto da essere condannato ad ottenerlo. Insomma alla fine della licenza lui tocca e riesce in tutto quello che tocca (Le Porteur d'histoire, Le Cercle des illusionnistes).

Ma quale pièce applaude lo spettatore sulla ribalta? Quella che racconta che tutto è possibile o quella di un amore impossibile? Di sicuro Cyrano Mon Amour ha la forza rara delle storie belle da piangere. E il pennacchio.

(fonte - https://www.mymovies.it)

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