CINEMA TEATRO FILO


GIO 6 DIC - ORE 21.00
VEN 7 DIC - ORE 21.00
SAB 8 DIC - ORE 18.30 / 21.00
DOM 9 DIC - ORE 16.00 / 18.30 / 21.00
MER 12 DIC - ORE 21.00
BIGLIETTO UNICO 6 EURO
NON CI RESTA CHE VINCERE
Regia di Javier Fesser.
Un film con Javier Gutiérrez, Athenea Mata, Juan Margallo, José de Luna, Sergio Olmo.
Genere Commedia - Spagna, 2018, durata 124 minuti.


Marco Montes è allenatore in seconda della squadra di basket professionistica CB Estudiantes. Arrogante e incapace di rispettare le buone maniere viene licenziato per aver litigato con l'allenatore ufficiale durante una partita. In seguito si mette alla guida ubriaco e ha un incidente. Condotto davanti al giudice, viene condannato a nove mesi di servizi sociali che consistono nell'allenare la squadra di giocatori disabili "Los Amigos". L'impatto iniziale non è dei migliori e Marco cerca di scontare la sua condanna con il minimo sforzo convinto di trovarsi di fronte a dei buoni a nulla dai quali non potrà ottenere risultati apprezzabili. Progressivamente i rapporti cambieranno.




Una premessa è necessaria per questo film che ha fatto staccare tre milioni di biglietti in Spagna. La premessa consiste di fatto in una domanda: perché cambiare un titolo perfettamente aderente alla vicenda come è quello originale (Campeones) in una banale imitazione (per di più incongruente) del titolo del duo Benigni/Troisi?

Detto ciò l'ultima opera di Javier Fesser centra l'obiettivo di divertire facendo pensare. Gli attori della squadra di basket non 'interpretano' i ruoli di disabili ma 'sono' disabili. Questo ha consentito o addirittura suggerito una flessibilità della sceneggiatura che ha visto inserire in montaggio scene che hanno preso vita direttamente nel corso delle riprese.

Perché questo è un film che non sfrutta i disabili per far ridere pur consentendoci di divertirci (e non poco) dinanzi alle loro reazioni. C'è un profondo rispetto nei loro confronti perché li si racconta come sono e, attraverso la figura di Marco, si portano sullo schermo i pregiudizi che i cosiddetti normodotati nutrono (talvolta negandolo a se stessi) nei loro confronti. Lo schema della sceneggiatura ha un sapore di deja vu ma viene declinato con grande originalità consentendosi anche svolte inaspettate perché si percepisce quanto, anche le situazioni più ''cinematografiche' siano innervate da una sensibilità molto attenta anche ai dettagli.

(fonte - https://www.mymovies.it)

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