ROYAL AFFAIR
Un film di Nikolaj Arcel.
Drammatico, durata 128 min. - Danimarca, 2012.
Con Alicia Vikander, Mads Mikkelsen, Mikkel Følsgaard, Trine Dyrholm, David Dencik.
Christian VII di Danimarca a 17 anni è già re e sposa la cugina principessa Caroline Matilda sorella del re d'Inghilterra Giorgio III. Dopo il matrimonio la sua instabilità mentale si accentua manifestandosi in una promiscuità sessuale che esclude, salvo che per la procreazione di un erede, la moglie dai rapporti. Strumento del tutto passivo di un Consiglio di Corte assolutamente reazionario Christian cambia atteggiamento dopo aver conosciuto Johann Friedrich Struensee. Costui è un medico tedesco convinto assertore delle idee dell'Illuminismo il quale, divenuto suo dottore personale, riesce a instillare i propri ideali nel re il quale li impone ai suoi ministri sempre meno disposti a ottemperare ai suoi ordini. Intanto la sempre più negletta Caroline inizia una relazione con Struensee.
Chi non è cultore della storia danese inizialmente, dinanzi a questo film, può pensare di trovarsi dinanzi a una ben costruita narrazione di un triangolo amoroso in costume d'epoca. Invece il plot di base corrisponde rigorosamente a quanto accaduto e riportato non solo nei manuali scolastici ma anche in 15 libri nonché in un'opera lirica e in un balletto. Difficile non cadere nelle maglie della ricostruzione finalizzata alla relazione sentimentale in questi casi. Arcel ci é riuscito.
Il film ci propone uno sguardo inedito su un Paese nordico del quale conosciamo spesso solo vagamente il passato. Riesce cioè a mostrare, non dimenticando mai lo spettacolo, la perigliosa penetrazione delle idee dell'Illuminismo in un contesto finalmente diverso da quello francese a cui il cinema ci ha abituato. La grettezza di una Corte che si avvantaggia dell'instabilità psichica di un re e che vede pian piano prendere piede idee pericolose che provengono da un altro manipolatore, il medico privato di sua maestà è descritta con misura ma anche con acutezza. La manipolazione di Struensee è però a favore di un popolo ridotto nelle peggiori condizioni al quale si vogliono offrire vaccinazioni e fognature. Abolire la tortura per ottenere confessioni è ancora oggi per molti un'idea peregrina. Figurarsi all'epoca.
Ecco allora che quella che avrebbe potuto proporsi come l'ennesima e poco interessante storia di amori nascosti e di tradimenti palesi oppure, ancor più banalmente, nel ritratto di un re pazzo diviene occasione per riflettere su un periodo storico complesso dal quale, nonostante una repressione tanto ottusa quanto feroce, nacque l'età moderna che sembra non aver ancora fatto propri, se non sulla carta, alcuni di quei princìpi.
Un film di Nikolaj Arcel.
Drammatico, durata 128 min. - Danimarca, 2012.
Con Alicia Vikander, Mads Mikkelsen, Mikkel Følsgaard, Trine Dyrholm, David Dencik.
Christian VII di Danimarca a 17 anni è già re e sposa la cugina principessa Caroline Matilda sorella del re d'Inghilterra Giorgio III. Dopo il matrimonio la sua instabilità mentale si accentua manifestandosi in una promiscuità sessuale che esclude, salvo che per la procreazione di un erede, la moglie dai rapporti. Strumento del tutto passivo di un Consiglio di Corte assolutamente reazionario Christian cambia atteggiamento dopo aver conosciuto Johann Friedrich Struensee. Costui è un medico tedesco convinto assertore delle idee dell'Illuminismo il quale, divenuto suo dottore personale, riesce a instillare i propri ideali nel re il quale li impone ai suoi ministri sempre meno disposti a ottemperare ai suoi ordini. Intanto la sempre più negletta Caroline inizia una relazione con Struensee.
Chi non è cultore della storia danese inizialmente, dinanzi a questo film, può pensare di trovarsi dinanzi a una ben costruita narrazione di un triangolo amoroso in costume d'epoca. Invece il plot di base corrisponde rigorosamente a quanto accaduto e riportato non solo nei manuali scolastici ma anche in 15 libri nonché in un'opera lirica e in un balletto. Difficile non cadere nelle maglie della ricostruzione finalizzata alla relazione sentimentale in questi casi. Arcel ci é riuscito.
Il film ci propone uno sguardo inedito su un Paese nordico del quale conosciamo spesso solo vagamente il passato. Riesce cioè a mostrare, non dimenticando mai lo spettacolo, la perigliosa penetrazione delle idee dell'Illuminismo in un contesto finalmente diverso da quello francese a cui il cinema ci ha abituato. La grettezza di una Corte che si avvantaggia dell'instabilità psichica di un re e che vede pian piano prendere piede idee pericolose che provengono da un altro manipolatore, il medico privato di sua maestà è descritta con misura ma anche con acutezza. La manipolazione di Struensee è però a favore di un popolo ridotto nelle peggiori condizioni al quale si vogliono offrire vaccinazioni e fognature. Abolire la tortura per ottenere confessioni è ancora oggi per molti un'idea peregrina. Figurarsi all'epoca.
Ecco allora che quella che avrebbe potuto proporsi come l'ennesima e poco interessante storia di amori nascosti e di tradimenti palesi oppure, ancor più banalmente, nel ritratto di un re pazzo diviene occasione per riflettere su un periodo storico complesso dal quale, nonostante una repressione tanto ottusa quanto feroce, nacque l'età moderna che sembra non aver ancora fatto propri, se non sulla carta, alcuni di quei princìpi.
Categories:
2013,
Drammatico,
Prima Visione